Progetto Coabitare

Il progetto COABITARE nasce come estensione del campo estivo residenziale del Rifugio Casa al Giogo dedicato ai bambini/ragazzini nella fascia di età 8-14 anni.

Quando i bambini che avevano preso parte al primo campo estivo sono arrivati all’età di 14 anni, mi dissero che avrebbero voluto continuare. Così ho pensato a cosa, secondo me, desiderano i ragazzi a quell’età e la risposta che mi è arrivata istantaneamente ed è stata: stare insieme, sempre!

Se potessero, certamente vivrebbero insieme, ma è uno scalino che in questa società solitamente facciamo dopo la fine della scuola. E allora mi sono detta perché non proporre loro una vera e propria CoAbitazione?

Mara Butera, creatrice del progetto CO-ABITARE e gestrice del Rifugio Casa al Giogo.

Progetto CO-ABITARE

Nasce così il progetto CO-ABITARE che prevede periodi di vita in comune autogestiti per adolescenti.

I primi due giorni

I ragazzi partecipano a un corso/seminario condotti da un facilitatore che porta loro gli strumenti del vivere condiviso: gli accordi presi insieme, i gruppi di lavoro, i feedback di gruppo, l’ascolto delle emozioni nostre e altrui, la comunicazione non violenta, la partecipazione…

I giorni successivi

I ragazzi, utilizzando gli strumenti acquisti, si organizzano per passare insieme i giorni seguenti.

Il ruolo degli accompagnatori è quello di facilitare le situazioni di discussione e organizzazione quando richiesto e dove lo ritengono utile.

Attraverso l’osservazione del gruppo e delle dinamiche che si sviluppano gli accompagnatori propongono ogni giorno momenti di cerchio, laboratori di crescita personale, condivisione e restituzione di quanto emerso.

Le attività da fare durante il tempo che passiamo insieme vengono scelte insieme: attività più naturalistiche come trekking e bagni nei fiumi.. sportive come rafting, parchi avventura,attività di natura laboratoriale come falegnameria, erboristeria, ceramica..

Al’interno della struttura hanno a disposizione giochi di società, libri, materiale artistico, giochi sportivi. Sono invitati a portare e condividere libri letti e amati, a lasciare il telefono a casa o ad accordarci insieme per il suo utilizzo.

Grazie a momenti di condivisione sull’utilizzo che facciamo del telefono abbiamo dato vita a un progetto che stiamo sviluppando insieme: parlare del CO-ABITARE all’esterno attraverso il linguaggio audiovisivo.

Galleria foto Coabitare

Cosa dicono i ragazzi che hanno partecipato al progetto

Per me il giogo è stato qualcosa di magico, lo conoscevo già e avevo aspettative molto alte per come me ne avevano parlato, infatti era come me lo aspettavo anzi più bello. È un posto dove convivi con delle persone per dei giorni e condividi con loro un sacco di emozioni.Ti mette alla prova su molte cose e ti insegna a fare tutto in modo diverso, ad esempio a me non piace rigovernare e invece era la cosa che volevo fare di più perché ogni cosa anche quelle che tendenzialmente sono meno gradevoli si tramutava in allegria, era un divertimento continuo, risate su risate che stessimo cucinando, camminando, pulendo i bagni o lavando le stoviglie, nell’aria c’era una atmosfera unica. Mi ha insegnato tanto, a stare con tutti, a convivere, molte ricette a scoprire posti nuovi!

Giacomo

per me il giogo è un passo fondamentale nella mia vita, come una routine, ormai vengo da voi tutti gli anni da moltissimo e per questo sento con la casa al giogo e con tutti voi, compresi gli altri ragazzi, come se si fosse creato un legame affettivo genuino e tranquillo.
è un luogo dove posso provare molte esperienze, divertenti e insolite, come la mia preferita ovvero mungere le capre, una capacità che da piccola non avrei mai pensato di imparare ma che mi piace moltissimo.
adoro l’immersione nella natura e il passare il tempo nel il silenzio, lontano dalla tecnologia e dai social, passare le ore ad ascoltare la musica e cucinare, apparecchiare, in qualche modo rendermi utile.
oltre a questo il giogo mi permette di stare con i miei amici, soprattutto con quelli che non vedo mai, come le veneziane, ma non solo, anche persone di firenze che adoro ma che riesco a vedere solo in poche occasioni.
adoro fare le escursioni perché amo la montagna, camminare può risultare faticoso ma è talmente soddisfacente arrivare alla meta che la fatica poi svanisce, soprattutto nei momenti in cui viene sostituita dalla gioia di passare del tempo in compagnia di persone e luoghi fantastici.
è un luogo bellissimo, e da quando è cominciata l’iniziativa del coabitare, nella quale lavoriamo tutti da soli e gestiamo tutto da soli, è diventato ancora più divertente.
non venire al giogo rappresenterebbe per me un vuoto, una mancanza, quel pezzo che servirebbe per completare la mia estate

Giulia

Giulia

Dall’ultima estate Mara che gestisce Casa al Giogo, con il fantastico team, ci ha proposto un nuovo tipo di esperienza; la coabitazione.
La prima settimana di giugno abbiamo ascoltato la testimonianza di Francesca una donna che ci ha riportato preziosi consigli e che del coabitare ne sapeva più di tutti noi.
Poi abbiamo messo in atto quei consigli, ci siamo osservati, posti domande, dato risposte e abbiamo provato a venirci incontro come una grande famiglia. Fino a che quei comportamenti inizialmente forzati non si sono trasformati in un risultato di piccoli gesti innati e spontanei che in realtà la natura umana ben conosce, ma non spesso tira fuori.
Abbiamo imparato a coabitare, anche se imparato secondo me non è il termine giusto, per noi è stato come conoscerci, viverci e riviverci una volta ancora.
Coabitare è svegliarsi la mattina e pensare non da soli con la propria mente ma come se fossimo connessi. Aiutarsi, saper trovare un punto di mezzo, una sintonia, una melodia che ci unisca tutti anche nella diversità.
Coabitare per me è preparare la colazione per tutti, essere generosi, saper dare e riceve incondizionatamente, saper trovarsi e sapersi ascoltare, sapersi rispettare e saper volersi bene. Ecco cos’è.

Roberto

Roberto